Un Calabrese che si stabilito per caso in Polonia - un'intervista con Antonio

Lo dico spesso che la Calabria è poco conosciuta dai Polacchi, ma i Calabresi non scherzano nemmeno sulla conoscenza della Polonia. Ecco perché oggi parlerò della Calabria in modo insolito - attraverso un'intervista. E questo grazie ad Antonio, che ci racconterà i luoghi che non ho conosciuto di persona. È importante sottolineare che Antonio racconta la sua Calabria direttamente dalla Polonia. Sì, sì, ci siamo incontrati solo virtualmente grazie al mio blog ma questo non ci ha impedito di fare quattro chiacchiere sulle differenze tra le due culture: quella polacca e quella italiana, sulla Polonia vista attraverso gli occhi di un calabrese e sullo stile di vita di Antonio, completamente diverso di quando vive in Polonia. Dunque, meglio se leggete da soli l'intervista. Vi propongo entrambe la versione italiana e la versione polacca qui.


1) Antonio sei l'unico calabrese che conosco che vive e lavora in Polonia. Sei giovane e istruito. Tradizionalmente gli italiani in cerca di lavoro preferiscono emigrare verso paesi come la Germania, la Francia o la Svizzera, da qualche anno però molti giovani hanno scelto di trasferirsi in Polonia, anche tu appartieni a questo gruppo. Mi dici come è successo e perché proprio la Polonia? 

Buongiorno. Si, quello che dici è tutto vero. In genere noi italiani preferiamo andare nei Paesi che hai citato in quanto attratti dalle più grandi possibilità lavorative e dai più alti livelli di salario. In effetti, la prima volta che ho deciso di venire in Polonia per fare una esperienza di studio è stata casuale dato che dapprima avevo deciso di andare (guarda caso) in Germania. Ma dato che in Germania l’università presso la quale dovevo studiare non mi offriva alcun corso in inglese (solo tedesco), allora insieme al mio professore, che mi ha accompagnato durante il percorso di scelta, abbiamo deciso di optare verso la Polonia e in particolare alla University of Life Sciences (Sggw) la quale presentava una vasta offerta di corsi universitari in lingua inglese. Così, nonostante i piccoli dubbi pre-partenza, ricordo di aver preparato i miei valigioni e di esser partito alla scoperta di una delle capitali più importanti dell’est Europa, di fatto Varsavia.

Arrivato qui ho scoperto un mondo nuovo, un Paese felicemente in crescita, persone brillanti e molto socievoli che mi hanno da subito accolto… tutto l’opposto dello stereotipo della “gente del Nord Europa” che di solito vengono classificate come chiuse e poco socievoli. Quindi, a parte il freddo a cui ci ho messo un po’ di tempo per abituarmi, la mia esperienza stava iniziando con il verso giusto. Dopo aver concluso i miei studi in Italia, sono ritornato qui per effettuare un tirocinio di lavoro presso la Camera di commercio e dell’ industria italiana in Polonia dove attualmente ancora mi trovo.


2) Vieni da un piccolo paese di 3500 abitanti circa (Monasterace), ricco di storia. Varsavia è anch'essa ricca di storia, ma non è così antica. Inoltre è grande e lo stile di vita è completamente diverso. A Monasterace probabilmente si conoscono tutti, se non personalmente almeno di vista. Dimmi, come ti sei trovato in questa nuova realtà, tradizioni diverse, nuova cultura e con la lingua? Cosa ti manca di più dalla Calabria?

Ho sempre abitato in Calabria, anche durante il periodo di studio all’Università in particolare nella città di Cosenza che è una cittadina di poco più di 100.000 abitanti. Per farla breve non ho mai vissuto in una grande città, tanto meno in una capitale di un altro Paese. Appena sono arrivato a Varsavia, l’impatto è stato strano perché sapevo che da quel momento dovevo imparare i nomi delle strade, i numeri dei bus, le direzioni della metro: cose a cui non ero abituato dato che per muovermi nel mio paesino usavo sempre la macchina o addirittura a piedi. Inoltre parlavo a stento l’inglese e ovviamente di polacco non conoscevo nulla.

Quando vidi per la prima volta i nomi delle stazioni dei bus o delle strade o anche dei locali ho iniziato a pensare cosa ci stavo facendo li. Ricordo che Varsavia era un cantiere aperto: costruzione della nuova linea metropolitana, grattacieli ultramoderni... sinceramente non me l’aspettavo. Sono rimasto scioccato dalla crescita esponenziale di questa città . Fortunatamente l’Università presso la quale iniziai i miei studi prevedeva l’accostamento di un tutor che, per i primi giorni, mi aiutò a fare il punto della situazione quindi come spostarmi, come rientrare al dormitorio universitario e qualche parola in polacco in caso di necessità urgente.

Per quanto riguarda invece la cultura, ho notato sin da subito che la Polonia è un Paese molto cattolico, che crede nei valori della famiglia: molto vicino alla cultura italiana. Ricordo poi un fatto curioso: dovevo dividere la cucina con il resto degli studenti polacchi che abitavano nel mio stesso piano e mi accorgevo che al mio orario di pranzo ( 13 o 14) la cucina era sempre vuota e mi chiedevo se ero l’unico ad avere tutta questa voglia di cucinare… Ho scoperto, dopo qualche giorno, che in Polonia si usa pranzare e cenare a orari totalmente diversi dai nostri e che anche la colazione è totalmente diversa. La lingua ovviamente è incomprensibile, ma fortunatamente qui le persone parlano molto bene l’inglese.

Della mia terra mi manca tutto: il rumore del mare, il profumo dei fiori di arancio e dei gelsomini a volte mi manca la tranquillità del paesino, della donna anziana che ti saluta con il suo immenso sorriso e che ti dice che “sei sempre più bello”. Mi manca il caffè al bar con gli amici subito dopo pranzo, il pane di grano appena sfornato dal forno a legno e ovviamente mi manca la mia famiglia, ma giuro di non essere il tipico italiano “mammone” :).

Monasterace

3) Ho notato che molti polacchi non conoscono la Calabria, l'avrai notato anche tu? Ecco, quando dici che vieni dalla Calabria, come reagiscono? Sono curiosi di conoscere le tue origini? Che cosa gli racconti? 

Ahimè quando mi chiedono da quale parte dell’Italia vengo e rispondo “Calabria”, purtroppo quasi tutti non conoscono questa stupenda regione e la loro è la tipica reazione di quella che non ne hanno mai sentito parlare, quindi cerco di tamponare rifacendomi alla amica e vicina Sicilia che sembra essere molto conosciuta. Ogni modo sono sempre curiosi di conoscere questa parte meridionale dell’Italia e quindi parlo ovviamente della Magna Grecia, dei vari siti archeologici che si possono visitare e faccio leva su quello che abbiamo da proporre: paesaggi naturali come la bellissima Sila, come la Vallata dello Stilaro oppure della straordinaria vicinanza tra montagna e mare, Bronzi di Riace, fantastici borghi medioevali come Gerace, Stilo, Belmonte. Ma anche straordinarie città che si “affacciano” letteralmente sul mare come Tropea, Scilla e Caminia. Cerco di mettere in luce le tradizioni di questa regione e il fatto che siamo gente ospitale.

Stilo

4) Ogni polacco sa come si vive a Varsavia, per esperienza personale o per sentito dire, ma come si vive nella tua città? La Calabria è anche nota per gli stretti legami familiari. Quali differenze hai notato tra le due culture? 

La mia è una città piccolissima. Tutti ci conosciamo, e ognuno di noi sa quasi tutti i fatti degli altri (ma non ce lo diciamo). A Monasterace la vita scorre tranquilla, la maggior parte delle persone ha un lavoro nel paese che gli permette di vivere dignitosamente. Le persone, oltre al lavoro, si dedicano molto alla campagna. Quasi tutti abbiamo una campagna o almeno un piccolo orto vicino casa dal quale raccogliere i nostri frutti e ortaggi. Anche io sono appassionato e qualche volta spendo il mio tempo con mio nonno per andare a raccogliere l’uva nel periodo della vendemmia e poi produrne il vino e le olive per l’olio.

I punti di riferimento sono la chiesa che crea comunità, l’oratorio della chiesa dove genitori e bambini trascorrono insieme il loro tempo durante il fine settimana. E poi ci sono i nostri fedelissimi bar e baristi nei quali , durante il tempo libero , ci piace spendere il nostro tempo immersi nel profumo del caffè. La primavera e l’estate sono le mie stagioni preferite in quanto gli alberi fioriscono e ci sente immersi in un mix di profumi. La domenica si passseggia sul lungomare, ci si incontra , ci si scambia “quattro chiacchere” con i vari abitanti. Una vita tranquilla in pratica.

Mosaico del Drago

5) Parlami della tua città. Perché vale la pena visitare Monasterace se nessuna guida turistica polacca la menziona?

La mia città ha radici antichissime: nasce dall’espansione greca sul mediterraneo e in particolare sulle coste italiche. Il primo nome della mia città fu Kaulon, deriva dal suo fondatore di origine Achea Kaul o Aul, e fu una prospera colonia greca abitata da più di 10.000 abitanti che comprendeva un territorio vastissimo oggi localizzato tra il comune di Badolato e dell’attuale Caulonia ( da non confondere con Kaulon).

Il comune di Monasterace si divide in due parti, la parte superiore che è un borgo medioevale che si estende su una collina e al centro del quale si impone un castello a forma quadrilatera edificato dai Cavalieri di Rodi con funzione di “monastero-ostello” (da qui monasterace) per ospitare i pellegrini provenienti dalla Francia che andavano verso Gerusalemme. Tale castello fu utilizzato poi come fortezza contro l’invasione dei turchi e saraceni e quindi nel corso degli anni ha subito diverse modifiche architettoniche in base alle esigenze. Qui Il tempo sembra essersi fermato: le case basse l’una vicino all’altra sono in armonia con il paesaggio, il suono delle campane della antica chiesa matrice rimbomba per le vie del paese e spesso si può udire la voce di qualche anziano/a che parla con altre persone affacciate alla finestra nel dialetto locale; all’unico bar presente nel centro storico ci sono sempre i soliti vecchietti che dopo una giornata trascorsa in campagna si rilassano e si godono la pensione giocando a carte; l’estate arrivano i turisti, il paese si ripopola di vari dialetti e accenti provenienti da tutta Italia e si sta tutti insieme in piazza o al bar a scambiare esperienze e a divertirsi .
La seconda parte della città , quella nuova costruita negli anni ’50 invece si affaccia sul meraviglioso Mare Ionico. Qui si può visitare il piccolo museo all’interno del quale vedere i resti archeologici risalenti all’era della Magna Grecia in particolare il mosaico del Drago da poco restaurato e in perfetta condizione. Inoltre e in particolare nel periodo estivo si può visitare il parco Archeologico intitolato a P. Orsi ovvero colui che ha scoperto l’area archeologica di Monasterace: in questo parco è possibile ammirare il mosaico più grande di tutta la Magna Grecia, Mosaico dei Draghi e dei Delfini che faceva parte della pavimentazione dell’area termale di questa antica città, quindi i resti del tempio dedicato al Dio Apollo e l’abitato, il tutto con visite guidate. Da poco è stato scoperto un documento votivo in bronzo in lingua achea che secondo gli esperti è il più importante e più lungo mai ritrovato in tutta l’area della Magna Grecia e,attualmente, è in fase di restauro. Il comune di Monasterace è circondato dalla natura incontaminata e in particolare di pini marini, alberi di arancio, alberi di fichi e infine è bagnato da due fiumare (Stilaro e Assi) che dalla collina offrono un panorama mozzafiato.

Valle Stilaro

6) I tuoi posti preferiti in Calabria e perché? E quali posti sconsiglieresti e perché? 

I posti che preferisco di più e che consiglio fortemente di visitare a chi è interessato sono: Marina di Gioiosa Jonica e Gioiosa Jonica : la prima in quanto fortemente turistica con diversi impianti balneari presenti, la seconda per il suo centro storico bellissimo e per la festa di San Rocco e il ballo votivo della popolazione davanti la statua del Santo che si tiene ad agosto.

Amo la Vallata dello Stilaro e tutti i comuni che ne fanno parte quindi Stilo (nominato uno dei borghi più belli d’Italia), Pazzano paesino ai piedi del Monte Stella dove si trova anche un antichissimo santuario scavato nella montagna risalente all’era bizantina e dedicato, appunto alla Madonna di Monte Stella e in cui si svolge la tradizionale “cunfrunta” del SS. Salvatore in agosto e poi Bivongi , paese del vino D.O.C in cui si possono visitare le bellissime cascate del Marmarico e partecipare al tradizionale mercato della Badia.

Infine mi sento di consigliare il borgo di Caulonia per il Kaulonia Tarantella Festival in cui si balla e ci si diverte a ritmo della tradizionale danza calabrese(appunto la Tarantella) e il suo santuario della “Madonna dello Scoglio” in cui è sempre più grande l’afflusso di pellegrini per via dei miracoli che sono avvenuti per mezzo del mistico “Fratel Cosimo”. Ancora, Roccella Jonica bandiera blu d’Europa, con il suo imponente castello che fu dei principi Caraffa e dove ogni anno nel periodo estivo si tiene il festival internazionale del Jazz. Gerace anche conosciuto come il paese delle 100 chiese dove si può ammirare la maestosità della sua cattedrale.

Per quanto riguarda invece la costa tirrenica propongo Tropea, e Scilla e infine Reggio Calabria per la bellissima vista sullo stretto di Messina e per la passeggiata sul lungomare chiamato anche il kilometro più bello d’Italia. Infine per chi sta progettando di andare in questa favolosa regione in vacanza, una tappa obbligata è il parco Nazionale della Sila dove si respira l’aria più pulita d’Europa: un posto magnifico per rigenerarsi.

"Cunfrunta" a Pazzano 

7) Chiudiamo l'intervista con una domanda sulla gastronomia. La cucina mediterranea è nota ed è anche considerata una delle più gustose e più sane in assoluto, ma a te cosa piace della cucina polacca? Sei forse il tipico calabrese che non può fare a meno della dieta mediterranea? Quanto ti mancano i sapori calabresi e quali sono? 

Bella domanda. Devo essere sincero ultimamente provo un’attrazione per le zuppe polacche, le trovo molto gustose (all'inizio ero disperato, mi mancava la pasta). Tra i cibi che preferisco ci sono i pierogy con all'interno la carne oppure formaggio e funghi. E poi qui in Polonia cucinano molto bene la carne.

Dei pasti calabresi mi manca la parmigiana di melanzane, la pasta fatta in casa dalla nonna con il sugo di polpette di carne, le tagliatelle con i ceci, la peperonata, le frittelle in pastella di fiori di zucca, i fichi, i fichi d’india, ma soprattutto il profumo del pane appena sfornato dal forno a legna.

Ti ringrazio Antonio.
Grazie a te.

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